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venerdì 15 luglio 2016

CNI 61 - Riflessioni a bocce ferme in 3 puntate - 2/3 - "Dipendenti e voglia di sentirsi a casa."

Nei rapporti con la committenza pubblica abbiamo affrontato battaglie contro il nefando "2%" causa dell'impoverimento della categoria e mentre sparavamo sulla zanzara con il bazooka le banche costituivano al loro interno società d'ingegneria in grado di offrire la professionalità nella progettazione e soprattutto i capitali.
Come ho avuto modo di ripetere al Presidente Zambrano anche a Palermo, la categoria dei professionisti dipendenti tiene di più al riconoscimento di un ruolo tecnico che non a far finta di fare concorrenza nella progettazione alle realtà professionali esterne vocate a questo. Alla sua osservazione "non ci sono i denari" ho manifestato perplessità dimostrando che non è di grandi cifre che parliamo se paragonate al 2%, ma che trattavasi di far passare il principio, così come accade da anni per medici e avvocati. Mi è stato richiesto un appunto su ciò, forse lo stesso che da più di venti anni circola in parlamento a futura memoria di come la nostra professione nelle stanze dove si fanno le leggi, sia perdente. Riceverà comunque quest'appunto, vista la stima che ho per lui e per il grande impegno sui molteplici fronti dedicato.
Resta l'amarezza ancora una volta di non aver trovato sui temi discussi e nella mozione finale il giusto spazio per la categoria dei professionisti dipendenti che retribuiti con importi pari alla soglia di povertà, sono tecnici a tutti gli effetti con pari responsabilità civili e penali dei loro colleghi "liberi".
Se guadagnare quanto un semplice dignitoso usciere avendo di contro grandi responsabilità, rappresenta agli occhi di qualche collega un privilegio, questo ci fa comprendere di quanta stima noi stessi oggi abbiamo per il nostro titolo di studi.
Ai presidenti siano oggi 120 o 20 un domani, dico soltanto, date giustamente attenzione alle nuove peculiarità e professionalità del nostro titolo, date spazio ai giovani, al terzo settore e alle nuove lauree, ma non chiudete la porta come spesso accade, ai colleghi professionisti dipendenti, siano essi pubblici che privati i quali allo stato attuale si chiedono sempre di più, perchè dovrebbero rimanere iscritti nei nostri albi visto anche l'atteggiamento di chi si è convinto che un ordine di soli liberi professionisti sarebbe un ordine più funzionale?

Un ordine che si sfalda, non potrà sostenersi oltre modo economicamente con le sole quote degli iscritti (o con i diritti di segreteria della formazione obbligatoria), un ordine che non affronta seriamente il problema di come fornire una formazione obbligatoria anche a chi non è padrone del proprio tempo, un ordine che vede l'ingegnere professionista dipendente pubblico soltanto come una controparte assimilandolo esemplificativamente alla "amministrazione" accelera una mia grande paura, la presa di coscienza che questa possa non esser più in futuro, la "nostra casa" e che una iscrizione da parte dei professionisti dipendenti ai nostri ordini rimanga soltanto come motivazione affettiva, quanto meno per aver avuto come primo Presidente dell'Ordine di Palermo un certo Giovan Battista Filippo Basile anche professore universitario di architettura decorativa ecomposizione e perchè no, anche capo dell'uffico edile del Comune di Palermo. Anche allora tante invidie, meno incompatibilità e schede di "autorità", ma maggior genio nelle opere oggi definibili "d'arte". (Fine 2°parte)

giovedì 14 luglio 2016

CNI 61 - Riflessioni a bocce ferme in 3 puntate - 1/3

Ma facendo un passo indietro, cosa ne è emerso da questo 61° congresso?  
Prima considerazione che questo ennesimo codice dei ll.pp. non soddisfa nessuno, visti i mezzi risultati ottenuti, viste le aspettative deluse. Il risveglio d'interesse per una battaglia per il ripristino dei minimi tariffari è stato subito mortificato che fine ha fatto? L'abolizione della tanto temuta concorrenza di "Fantozzi" con il 2% è stata parzialmente delusa, poichè questo rimane nella norma, a meno della facoltà di progettare con corresponsione dell'incentivazione ...... la pericolosa progettazione interna a titolo gratuito continuerà ad essere estorta ai professionisti dipendenti. 
Queste linee guida dell'Autorità di Vigilanza sono all'altezza dei regolamenti d'attuazione storici? 
E' la corruzione l'unico vero cancro delle istituzioni o lo è la necessità di semplificazione e applicazione delle norme? Avere avuto per 130 anni un Regio Decreto e nei recenti 20 anni aver cambiato lo stesso codice più volte non è buon segno, anzi sembra dar ragione a Publio Cornelio Tacito che diceva che "più uno stato è corrotto, più fa leggi"?
Personalmente penso che oggi gli ingegneri si dividono tra coloro che lavorano e coloro che non lavorano o stentano e lavorare non significa guadagnare e guadagnare non significa farlo con un certo decoro per la professione. Sono finiti i tempi in cui si faceva la distinzione tra professionisti liberi e i dipendenti, i professori e quant'altro nella galassia ingegneristica.
Anche sul concetto di libera professione farei un distinguo. Oggi vengono intesi liberi professionisti tutti coloro che si iscrivono all'albo e non hanno un impiego, quindi non solo i giovani che fanno prestazioni occasionali ma anche il popolo delle partite IVA che non sono strutturati per l'esercizio di una professione libera, costoro non possono essere competitivi con i colossi economici raffigurati dalle società d'ingegneria e a maggior ragione se i confini vengono estesi almeno al campo comunitario.
L'acquisizione d'incarichi fiduciari al tempo governata dalla grande presenza della politica nei lavori pubblici creava quelle grandi strutture libero-professionali, da allora una normativa rivoluzionata (e in Sicilia ancor di più prima dei definitivi recepimenti), la regolamentazione della progettazione esecutiva di “merloniana introduzione”, l'effetto Bersani e ancor prima di Bassanini hanno di fatto distrutto tali impostazioni lavorative.
Oggi chi fa realmente libera professione, deve confrontarsi con la committenza privata e con la giungla di incertezze che essa comporta. Credo che lavorare per la committenza privata dia la vera essenza oggi della libera professione, scevra da corsie preferenziali politiche e soprattutto volta alla ricerca della libera concorrenza e della qualità della prestazione, ancor prima di qualunque "certificazione".
Oggi, invece di porre al centro della questione il perchè non c'è più lavoro e il perchè quel poco che riesce a trovarsi è pagato male a volte anche in maniera mortificante, ci siamo lasciati ingabbiare in una serie di autoregolamentazioni così facendo, in questa trasformazione orrenda da portatori di prestazioni intellettuale a "piccole e medie imprese" (così come con successo qualcuno in apertura del 61° CNI ha sbandierato) abbiamo trascurato di regolamentare quelli che sono i rapporti con la committenza, specialmente quella privata, finalizzati alla certezza della remunerazione della prestazione e al rispetto della nostra professionalità.
Nessuno ha mai messo in discussione un onorario di un medico, noi abbiamo affrontato una concorrenza interna con ribassi a dir poco osceni. (Fine 1°parte)

venerdì 16 dicembre 2011

Cosa Intendono con Liberalizzare?

Non comprendo la sbandierata liberalizzazione attraverso la soppressione degli ordini professionali. Mi ero imposto il silenzio e tanta prudenza. Quali privilegi hanno gli ingegneri e gli architetti dall'appartenenza di un ordine che difende la "professione di ingegnere o architetto", non gli Ingegneri o gli Architetti !? Come si crea crescita e lavoro abolendo le regole?

Quale monopolio si nasconde dietro l’Ordine? Quale casta c’è dietro l’Ordine Professionale Intellettuale degli Ingegneri o gli Architetti? Vedo una onda lunga che è partita dal 1994 con la Legge Merloni che sempre più ha voluto svilire l’aspetto intellettuale della materia per vederne solo l’aspetto commerciale, ed in questo contesto le società di Ingegneria non ci ha aiutato.

A meno che dietro queste fisime della politica, non ci sia l'idea di fare perdere il valore dei titoli di studi, conseguente compendio di una politica che in questi anni ha distrutto le scuole e l’università, garantendo un titolo a tutti …… più liberalizzazione di questa? L’Ordine non ha mai imposto un numero minimo agli iscritti, una distanza minima tra le sedi dell’attività professionale, un nepotismo spinto garantendone un monopolio.

Ci saranno forse di questi Ordini o Gruppi Professionali tra i Notai ed i Farmacisti? Non lo so, non ne conosco i privilegi, so solo che i nostri Ordini, non hanno garantito alcun che di ciò.

Da quando sono entrato nella P.A. per gli Ing. dipendenti si è solo parlato di incompatibilità, di poter fare questo o quest’altro, mortificando sempre di più un ruolo di tecnico laureato a discapito di un anonimo passacarte, mentre per i Sig. Prof alla Monti o Brunetta viene permessa libera professione ed incarichi prestigiosi per i quali lo stipendio di dipendenti serve per le sole sigarette.

Liberalizzare, vuol dire che tutti, anche i professionisti dipendenti, fuori dall’orario contrattuale di lavoro a condizione che paghiamo le tasse, possano fare di tutto?

Ci sto…….!! Diversamente senza il riconoscimento di un ruolo unico, non si va da nessuna parte! Non posso tollerare che dopo anni di studio e grosse responsabilità un dipendente professionista tecnico laureato prenda 1500 euro, spesso di gran lunga di meno che un custode che certamente non ha lo stesso carico di responsabilità (con tutto il rispetto per il Signor Custode), 10 anni di studi in più, devono avere un peso!

sabato 23 ottobre 2010

L’Elemosina di Stato – Ed il Ruolo Unico?

“22/10/2010 - La Camera dei deputati ha approvato,  definitivamente, in quarta lettura, il disegno di legge n. 1441-quater-F recante “Deleghe al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, di congedi, aspettative e permessi, di ammortizzatori sociali, di servizi per l'impiego, di incentivi all'occupazione, di apprendistato, di occupazione femminile, nonché misure contro il lavoro sommerso e disposizioni in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro”.
Il provvedimento deve essere soltanto firmato dal Capo dello Stato e, successivamente, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Con l’approvazione definitiva del provvedimento e con l’articolo 35, comma 3 dello stessoviene ripristinato l'incentivo del 2% per i tecnici delle pubbliche amministrazioni . Il citato comma 3 recita testualmente: "All’articolo 61 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, il comma 7-bis, introdotto dall'articolo 18, comma 4-sexies, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, è abrogato".
Di fatto viene cancellato il comma 7-bis dell’articolo 61 del decreto-legge n. 112/2008 in cui era precisato che "A decorrere dal 1 gennaio 2009, la percentuale prevista dall'articolo 92, comma 5, del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e successive modificazioni, è destinata nella misura dello 0,5 per cento alle finalita' di cui alla medesima disposizione e, nella misura dell'1,5 per cento, è versata ad apposito capitolo dell'entrata del bilancio dello Stato ….".
Volendo ricordare di cosa si tratta basta riferirsi al comma 5 dell’articolo 92 del Codice dei contratti (D.Lgs. n. 163/2006) con cui viene precisato che "Una somma non superiore al due per cento dell'importo posto a base di gara di un'opera o di un lavoro, comprensiva anche degli oneri previdenziali e assistenziali a carico dell'amministrazione, a valere direttamente sugli stanziamenti di cui all'articolo 93, comma 7, è ripartita, per ogni singola opera o lavoro, con le modalità e i criteri previsti in sede di contrattazione decentrata e assunti in un regolamento adottato dall'amministrazione, tra il responsabile del procedimento e gli incaricati della redazione del progetto, del piano della sicurezza, della direzione dei lavori, del collaudo, nonché tra i loro collaboratori. La percentuale effettiva, nel limite massimo del due per cento, è stabilita dal regolamento in rapporto all'entità e alla complessità dell'opera da realizzare. ……".
Non vogliamo entrare nel merito del problema ma sembra che il Parlamento abbia avuto sul problema degli incentivi per i tecnici delle pubbliche amministrazioni un atteggiamento abbastanza ondivago che possiamo, così, riassumere:

  • con l'articolo 61, comma 8, del decreto-legge 25 giugno 2008 n. 112 convertito nella legge 6 agosto 2008, n. 133, l'incentivo era stato abbassato a decorrere dall’1 gennaio 2009 all0 o,50 %;
  • con l'articolo 1, comma 10-quater del decreto legge 23 ottobre 2008, n.162 convertito dalla legge 22 dicembre 2008, n. 201, era stato ripristinato l'incentivo nella misura del 2,00 %;
  • con l'articolo 18, comma 4-sexies del decreto-legge 29/11/2008, n. 185 convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, l'incentivo era stato nuovamente abbassato allo 0,50 %;
  • con l'articolo 35, comma 3 della legge contenente le "deleghe al Governo in materia di lavori usuranti", con la cancellazione del comma 7-bis dell’articolo 61 del dl n. 112/2008, viene ripristinata la percentuale del 2,00 %.

Sembra proprio che il Parlamento non abbia le idee molto chiare se nel giro di due anni interviene parecchie volte su uno stesso problema con comportamenti diametralmente opposti.

(Incentivi tecnici pubbliche amministrazioni: Il ripristino del 2% approvato definitivamente dalla Camera dei Deputati - A cura di Paolo Oreto - http://www.lavoripubblici.it/)

domenica 10 ottobre 2010

Chi Osserva gli “Osservatori”……….

Cari colleghi professionisti dipendenti, ormai è alle porte la data del varo del nuovo sistema di monitoraggio messo in piedi dalla Regione Siciliana per i lavori pubblici.

I R.U.P. avranno ulteriori compiti, scompare, sembrerebbe, la sempre contestata sanzione per il ritardo nelle comunicazioni delle varie fasi previste ….. daremo in seguito ulteriori dettagli.

martedì 19 gennaio 2010

Una Commissione Mista (2)

Proprio alla luce di quanto detto, sulla necessità di offrire risposte anche ad i colleghi, professionisti dipendenti, il Presidente Barone, informato dei miei contatti con i colleghi Professionisti dipendenti architetti e Consiglieri dell’Ordine degli Architetti, mi ha dato personalmente il benestare per iniziare a costruire la “bella” iniziativa, accennatavi della commissione mista per la salvaguardia, il rispetto e la professionalità dei nostri iscritti, all’interno delle amministrazione pubbliche e private, il tutto nel rispetto della principale funzione di un Ordine, tutelare “la professione dell’ingegnere” e ovviamente, ognuno per proprio conto, degli architetti e delle altre professionalità.

venerdì 8 gennaio 2010

Una Commissione Mista

E' allo studio e sarà frutto di un incontro informale, nei prossimi giorni, grazie ad una iniziativa del sottoscritto, una commissione mista Ingegneri ed Architetti degli Ordini Professionali di Palermo, che affronti la condizione attuale dei Professionisti Dipendenti Ingegneri ed Architetti, all'interno della Pubblica Amministrazione locale, verificando le condizioni di utilizzo di tali figure professionali, le problematiche comuni, eventuali situazioni di disagio.

lunedì 26 maggio 2008

Bollettino 5 - Che ne sarà di Noi

Che ne sarà di noi? Come si è potuto creare tanto disinteresse attorno alla nostra categoria? E’ corretto avanzare pretese in periodo di crisi generale per il paese? Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire quali sono le giuste aspettative, come mai siamo arrivati fino a questo punto, ma soprattutto quali sono le speranze. Abbiamo richiesto da sempre il “ruolo unico” e lo continueremo a chiedere, anche se verrà chiamato in modi diversi, non perché ci crediamo “gli unti del signore”, ma perché a “rigor di logica” (e scusatemi, siamo tutti ingegneri e questa facoltà in noi non può mancare) quando operiamo da ingegneri, in un qualunque contesto, noi operiamo un lavoro intellettuale, creativo e quasi sempre di grande responsabilità, “nel tempo”.

Questo termine, “nel tempo”, fa si che la nostra attività e quella di qualunque figura professionale posta nelle stesse condizioni di operare, è di per se specifica, di chi opera utilizzando una “abilitazione professionale” (sempre richiesta all’atto dei concorsi e poi dimentica dai datori di lavoro) e palesemente diversa da coloro che svolgono una normale attività burocratica che si chiude giornalmente con l’operazione svolta. Quindi le normali classificazioni in D3, D4 etc. o le vecchie VIII q.f. non possono essere facilmente applicate al contesto degli ingegneri professionisti dipendenti, per costoro occorrono carriere separate ed inoltre ormai è da più parti assodato, l’inquadramento d’ingresso di queste categorie, nel pubblico impiego, dovrebbe coincidere con il primo livello della dirigenza (non esistendo in alcuni contesti il ruolo di “quadri”). Fin qui le nostre giuste aspettative, ma vediamo come si è giunti con “la filosofia del gambero” fino a questo punto. Sul nostro banco d’accusa ci sono in primo luogo i sindacati, certamente i politici, ma soprattutto noi con il nostro tradizionale atteggiamento. Le politiche sindacali, ormai in evidente crisi e speriamo in cuor nostro, in estinzione, hanno portato come spesso detto all’appiattimento delle carriere, alla tutela dei grandi numeri ed al premio per le masse e non per la vera produttività o per le responsabilità. In una pubblica amministrazione dove non esiste il “padrone”, dove questo ruolo è ricoperto da un dipendente che ha fatto una “fortunata carriera” (poiché guardando al passato ed all’influenza che la politica della prima repubblica e non solo di questa, aveva nel favorire brillanti ascese gerarchiche), l’unica cosa che conta in un tavolo delle trattative è garantire i privilegi già acquisiti, predisporre a quel tavolo i principi per una nascita di qualche brillante carriera, in sostituzione del “burosauro di turno” che per raggiunti limiti di età, dovrà lasciare, ed accontentare le masse con uno scorrimento orizzontale o verticale di carriera. Tra quelle masse ci sono anche gli ingegneri a braccetto con il dipendente generico dormiente. Paradosso dei paradossi, uno non dorme la notte perché si porta i “pensieri dell’ufficio” a casa, l’altro è così sereno che trova la forza di addormentarsi pure in ufficio, però entrambi faranno lo stesso scorrimento orizzontale, distinto da qualche spicciolo, venuto fuori dallo scrupolo di evitare di farla troppo grossa!!!

Così si sono perpetrati errori su errori, importando processi di meritocrazia apparente, volti a spostare pochi “spiccioli” in sistemi di “obiettivi” spesso stabiliti dal basso per fare in modo che questi comunque vengano sempre raggiunti. Processi di mobilità del personale, grande conquista per il mondo del lavoro, mal gestiti, calati in contesti aziendali poco regolamentati in materia, hanno creato “guerre tra poveri” tra questi soggetti e l’ambiente d’arrivo, sconvolgendo qualunque parametro di fidelizzazione aziendale, sconvolgendo gerarchie in funzione di “pseudo livelli” acquisiti in piccole realtà e trasportati in “valore assoluto” in grandi organizzazioni lavorative, dove il far carriera rimane compito ben più arduo. Ed in tutto questo marasma di “buoni intenti” chi penserà a questi “poveri professionisti dipendenti”, poveri sul vero senso della parola, poiché gli stipendi di questa categoria professionale intellettuale hanno raggiunto livelli di povertà, nella massificazione, come già detto, portata avanti dai sindacati che stravedono solo per “l’operaio” ed il “lavoratore della fabbrica”.

Chi pensa a far capire ai vertici sindacali, spesso costituiti da gente prevalentemente non laureata, che “un laureato abilitato non è un lavoratore come tutti gli altri, poiché firma e rimane legato, legalmente alle sorti di procedimenti da un punto di vista professionale? ”  Chi farà capire a costoro che è arrivato il momento di uscire dall’equivoco ed intendere chiaramente cosa siamo, “sucainchiostro” ed allora le nostre retribuzioni legate a tutte quelle del mondo impiegatizio sono “giuste”, oppure “ingegneri professionisti dipendenti” ed allora occorrerà rivedere stipendi e parametri. Non sono contrattazioni che mettono in ballo aumenti di €. 50,00 lordi annui a fare giustizia, prima rapportiamo gli stipendi a quelli erogati per altre categorie professionali nella pubblica amministrazione quali i medici, ad esempio, e poi torneremo a parlare anche di adeguamenti salariali. Chi farà capire a costoro che esiste la necessità imprescindibile di un ruolo unico dove concentrare queste figure tecniche responsabilizzate?

Ma certamente “la politica”, e che ci vuole a fare una leggina, un piccolo emendamento in fondo ad una legge finanziaria o che so .. Le “urne elettorali” hanno ormai dato i loro responsi, ma non nel nostro caso non abbiamo neanche avuto la necessità di aspettare i risultati, è bastato seguire i vari dibattiti politici di questa estenuante campagna elettorale ed è bastato leggere i programmi delle forze politiche in ballo, per rendersi conto che per noi non ci sarebbe stato nessun barlume di speranza. Voi leggerete questo articolo quando ormai saranno in carica, mi auguro, un governo nazionale ed un governo per la nostra regione, ma nelle tematiche politiche presentate agli elettori la nostra categoria intellettuale, non esiste. Uno schieramento politico è stato pronto in questi mesi a parlare di produttività, di riduzione dei costi, di profitto per le aziende private e si è deciso di trattare il lavoro dipendente soltanto nel momento in cui si è parlato di detassazione degli “straordinari” (abbiamo scoperto solo adesso che ciò sarà applicato all’impiego privato) o delle “tredicesime”, per aver maggior denaro da spendere sotto Natale, fare acquisti e quindi aumentare il profitto degli imprenditori. Dall’altra parte, si è portato avanti l’emergenza dei precari nel mondo del lavoro e si è focalizzato come sempre l’ottica sulla  classe operaia e sulle attenzioni sociali da porre verso essa. Bene, personalmente ho avuto l’impressione che si è guardato agli estremi di questa forbice, ma nessuno ha posto l’ottica al centro, questa classe media costituita dai “pseudo quadri” o da (nel nostro caso) ingegneri inseriti nelle amministrazioni pubbliche o private che rappresentano il motore intellettuale e ricoprono ruoli di grande responsabilità.

Oggi tutto il mondo politico parla di metter mano ad una riforma qualitativa della Pubblica Amministrazione, e tutto il mondo politico si riempie la bocca di frasi quali “dobbiamo combattere i fannulloni” questa nuova categoria scoperta da poco, ma non esaminata a pieno, poiché dopo qualche secondo si scoprirebbe che questa categoria, dove esiste, è il frutto del malcostume creato proprio dalla classe politica con la sua dissennata azione di stabilizzazione del precariato (un buon serbatoio di voti e di tessere sindacali), che ha portato all’impoverimento delle casse che ha finito per assorbire tutte le risorse, e che in molti casi hanno messo in ginocchio enti locali ed hanno sempre mortificato le ambizioni di carriera di coloro che da anni lavorano presso il pubblico, uccidendo le speranze delle generazioni che da qui a venti anni, stanno studiando e studieranno per quel agognato “pezzo di carta”!

Ci si ricorderà quando si metterà mano ai fannulloni che noi siamo una categoria impiegatizia entrata attraverso concorsi, nella maggior parte dei casi, per titoli e che il nostro titolo è una laurea ed una abilitazione in Ingegneria, corso di studi generalmente impegnativo?  Ed intanto ci si è riempita la bocca con frasi quali “dobbiamo combattere gli sprechi”, ma quali sarebbero? Certamente non quelli della rappresentanza e dei privilegi, delle missioni per pochi amici, o per gli amici degli amici. Ancora nell’immaginario collettivo si tende ad identificare il pubblico con poche isole felici, spesso riconducibili all’Amministrazione Regionale di questa terra, dimenticando il fatto che se ancora esistono queste poche isole felici, la stragrande maggioranza degli enti locali, fa i conti con la sopravvivenza e li c’è poco da tagliare nel processo produttivo. Oggi esistono realtà che non si possono permettere gli strumenti elementari per il lavoro, dove i colleghi utilizzano i propri mezzi per effettuare i sopralluoghi, per compiere rilievi e spesso portano con se il proprio computer portatile da casa, visto che i mezzi a disposizione di certi enti locali, non sono all’altezza delle mansioni e dei compiti affidati ai colleghi ingegneri.

Certo da qualche parte si sprecherà in abbondanza, anche la quota attribuita ai colleghi su menzionati, ma in una burocrazia che si rispetta il potere è distribuito in tante piccole caselle ed ognuno si difende la propria, e guai a parlare di programmazione ad ampio spettro, a concetti come “condividere le risorse”, distribuire le risorse umane in funzione delle necessità, anche temporaneamente, poiché anche il numero di risorse umane a disposizione di un “dirigente” rappresenta fonte di prestigio, tanto nessuno mai seriamente gli chiederà che cosa fanno tutte quelle unità, figuriamoci se in una riforma seria, il “dirigente” dovesse anche gestire un budget per provvedere agli stipendi dei propri dipendenti, in funzione dei risultati ottenuti e della monetizzazione di questi. Ma intanto, grandi pensatori, (sarebbe stato un lusso chiedere che tra questi ci fossero anche degli ingegneri professionisti dipendi e non “consulenti esterni), nel decennio degli anni novanta, grazie ad una serie di provvedimenti normativi “rivoluzionari” hanno trovato comodo, lasciare ed identificare nelle figure “abilitate” gli unici responsabili di ogni difetto dovuto alla eccessiva burocratizzazione od agli insuccessi provocati da macchine amministrative che non funzionano, con l’attribuzione di responsabilità anche penali ai già citati R.P. e successivamente ai R.U.P.. In tutto questo processo, sono state introdotte nel pubblico applicazioni privatistiche in procedimenti ancora borbonici ma soprattutto volte a gratificare le uniche figure funzionali al potere politico, i dirigenti, in grado di firmare e dar seguito o bloccare le deliberazioni.

Quello che spesso tutti dimenticano è il concetto che nel privato chi non fa il suo dovere, chi non raggiunge i suoi risultati può anche essere licenziato, ed a differenza di quanto si pensi, il più delle volte chi subisce tali provvedimenti è il dirigente e non l’operaio! Migliorare la pubblica amministrazione non prevede soltanto combattere i così detti “fannulloni”. La nostra categoria sta “male”, è disagiata, è mal pagata, ed è mal gratificata eppure ancora oggi, con spirito di responsabilità portiamo avanti “la carretta”, presi dal dovere, dimenticando spesso che ad un lavoro corrisponde un giusto guadagno. Questa è l’ottica del dipendente, ma la logica vessatoria al merito è analogamente applicata nell’operazione atta a far sparire le libere professioni. Ed allora, chi farà capire ai nostri interlocutori che il mondo del lavoro, per la nostra categoria è già abbondantemente cambiato da anni, visto il susseguirsi di normative tecniche, comunitarie, nazionali e regionali in materia? Ma certamente Noi colpevoli forse di più dei sindacati e del mondo politico. Se ciò fino ad oggi non è avvenuto, è colpa nostra, colpa di questa “lobby” che tutti vedono ma che noi che ci viviamo dentro sappiamo non esistere.

Noi non siamo presenti nella vita politica di questo paese, del nostro territorio, anche dai nostri condomini, rifuggendo a qualunque dovere rappresentativo. Noi non siamo come i medici e gli avvocati, per fare un esempio, da sempre avvezzi agli scranni parlamentari da dove hanno saputo difendere ed ottenere giusti riconoscimenti normativi per il loro impegno nelle pubbliche amministrazioni. Vi invito ad una finale riflessione, per le elezioni politiche, ormai da due tornate, non abbiamo espresso preferenze …. ma questa facoltà è rimasta intatta alle consultazioni comunali, alle provinciali ed alle regionali, e vi ricordo che essendo regione a statuto speciale, il nostro parlamento regionale legifera, ma vi siete mai presa la briga di vedere come sono composte queste assemblee e che mestieri sono prevalentemente presenti in questi contesti rappresentativi. L’attuale Presidente della Regione è un Medico ed è succeduto a sua volta ad un Medico. L’Assemblea Regionale, nella XIV Legislatura, tra i 90 deputati, contava 17 Avvocati, 12 Medici, 5 Dottori in Economia e Commercio, 4 Sindacalisti ed infine 2 Ingegneri liberi professionisti ed 1 Ingegnere dipendente. Il Presidente della Provincia uscente è un Avvocato. Al Consiglio Provinciale uscente la rappresentatività tra i 50 deputati era di 6 Avvocati, 8 Medici, 2 sindacalisti e nessun ingegnere. Fatto salvo un ingegnere dipendente assessore (per una parte della legislatura). Il Sindaco di Palermo è un Avvocato. Il Consiglio Comunale attuale conta tra i suoi 50 eletti, 6 Avvocati, 5 Medici, 4 sindacalisti e nessun ingegnere.

Noi, siamo assenti dal dibattito politico, prima che attraverso i nostri ordini professionali, personalmente. Siamo ancora lontani da altre categorie professionali da un punto di vista di rappresentatività e per riprendere il concetto portato avanti dal nostro presidente nazionale degli ingegneri, i nostri “stati maggiori” (intesi come ingegneri che occupano ruoli di vertice nella società), sono lontani dalla vita degli ordini professionali o da qualunque contesto rappresentativo della nostra società. Siamo stati da sempre trascurati in quanto “isole”, in quanto “lobby di isole” ognuno spinto alla massima competitività ed avvezzi alle “guerre tra poveri” tra ingegneri burocrati ed ingegneri liberi professionisti anche essi espressione anomale di una terra dove “libero professionista” significa soltanto lavorare con “l’ente pubblico”. Occorre quindi pretendere il giusto rispetto per la professione dell’Ingegnere.

domenica 6 maggio 2007

COMMISSIONE - INGEGNERI DIPENDENTI DI ENTI PUBBLICI E DI AZIENDE PRIVATE

Consulta degli Ordini degli Ingegneri della Sicilia Indirizzo: Via F. Crispi, 120 - 90139 Palermo telefono: 091/581421 - 6112822 - fax: 091/6111492

http://www.consultaingegnerisicilia.it

info@consultaingegnerisicilia.it

Presidente: Dott. Ing. Gaetano Fede

Segretario: Dott. Ing. Sergio Carta

Tesoriere: Dott. Ing. Alessandro Maria Calì

Vicepresidente: Dott. Ing. Fausto Severino - Dott. Ing. Giuseppe Di Natale

COMMISSIONE - INGEGNERI DIPENDENTI DI ENTI PUBBLICI E DI AZIENDE PRIVATE
COORDINATORE: Dott. Ing. Salvatore La Terra Mulè
AGRIGENTO
Dott. Ing. Gaspare Triassi
Dott. Ing. Francesco Vitellaro
CALTANISSETTA
Dott. Ing. Sebastiano Di Martino
Dott. Ing. Matteo Alessandro Caruso
CATANIA
Dott. Ing. Vincenzo Matafù
Dott. Ing. Giovanni Castorina
ENNA
Dott. Ing. Carmelo Viavattene
Dott. Ing. Salvatore Patti
MESSINA
Dott. Ing. Alessandro Visalli
Dott. Ing. Giuseppe Celi
PALERMO
Dott. Ing. Renzo Botindari
Dott. Ing. Casimiro Inzerillo
RAGUSA
Dott. Ing. Anna Raniolo
SIRACUSA
Dott. Ing. Salvatore La Terra Mulè
Dott. Ing. Roberto Di Maria
TRAPANI
Dott. Ing. Gaspare Barraco
Dott. Ing. Luigi Fontana

http://www.ingegneri.info/default.asp?cartel=ordini&page2=ordini&id=1029&fw=390&sito=ingegneri.info&tipo=1

martedì 27 marzo 2007

Commissione Ingegneri Dipendenti - Incontro 27/3/07

Incontro di studio avvenuto il 27 Marzo u.s.: "La Figura del R.U.P.a 5 anni dall'introduzione nell'Ordinamento Regionale dei LL. PP."

invito del presidente x il rup - bis - rev 2
Commissione Ingegneri Dipendenti - cidepap@ingpa.com
20080908-202640

- Intervento Ass. Reg.le LL.PP. - Articolo - il convegno sul RUP esperimento ver sito 1 - quesiti risposte.pdf

- Intervento D.G. Comune di Palermo Lo Cicero -Articolo - il convegno sul RUP ver sito 1 - lo cicero.pdf

- Intervento Ass. Prov.le - Ing. Arturo Spataro.pdf

20080908-202651- Intervento Presidente Commissione - Renzo Botindari Presidente della Commissione.pdf

- Articolo di R.Botindari - Da Bollettino n.3 del 2007.pdf

- Locandine:  -  invito del presidente x il rup - bis - rev 2.jpg

domenica 4 febbraio 2007

Presidente della Commissione Dipendenti Dell’Ordine Ingegneri della Provincia di Palermo

Renzo BotindariRenzo Botindari Presidente della Commissione Dipendenti Dell’Ordine Ingegneri della Provincia di Palermo – Nato a Palermo 46 anni fa – Laureato in Ingegneria Civile Edile, con tesi allo I.E.R.E.N.. Da 11 funzionario della Pubblica Amministrazione.
Ha ricoperto fino al 1996 il ruolo di libero professionista sviluppando una significativa esperienza nel campo dell’impiantistica sportiva e di strutture per l’organizzazione di grandi eventi. Vanta esperienze imprenditoriali e manageriali in aziende operanti nel settore dell’impiantistica elettrica, esperienza professionale riversata nell’impegno nella P.A.. Dal 1990 ha affiancato una prestigiosa ed intensa attività di formatore, presso prestigiosi Enti Pubblici e Privati e sovente è ospite della Facoltà di Ingegneria di Palermo nelle azioni formative imagepropedeutiche per l’esercizio professionale degli abilitandi.