lunedì 14 marzo 2011

Un Abbraccio ad Alessandro – Questa “Terra Ammalata” deve fare ancora tanta strada ..

Una molotov contro l'ingegnere che radiò Aiello dall'ordine

Di ENRICO BELLAVIA - Una bottiglia incendiaria contro l'auto, una croce tracciata con la vernice sul cancello della villa. Intimidazione ai danni di Alessandro Calì, ingegnere, ex presidente dell'Ordine che radiò Michele Aiello - La minaccia è arrivata con una molotov che rischiava di mandare in fumo la sua Bmw e con una croce tracciata sul cancello della sua villa. Obiettivo dell'intimidazione, l'ingegnere Alessandro Calì, ex presidente dell'Ordine, libero professionista, consulente di diverse imprese. La molotov è stata scagliata contro l'auto che era parcheggiata nella zona di Mondello, davanti alla casa del professionista. Gli attentatori avevano cosparso di benzina anche la parte anteriore della vettura. La bottiglia incendiaria avrebbe dovuto innescare il rogo, quando il commando aveva completato l'intimidazione con la croce di vernice spray. L'esca per l'incendio ha attecchito su uno pneumatico. L'auto è un Suv, abbastanza alto da terra, e così solo per una serie di circostanze fortuite non è andata distrutta. Un vicino di casa di Calì ha notato le fiamme e il fumo e ha dato subito l'allarme. L'incendio così è stato spento in breve tempo senza provocare danni gravi. Dell'episodio, avvenuto domenica scorsa e coperto dal riserbo, si è occupato subito il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal prefetto Giuseppe Caruso. A Calì è stata assegnata una vigilanza saltuaria a casa e allo studio. Solidarietà gli è stata espressa da Libero futuro e Addiopizzo. Alessandro Calì, che è anche autore di un libro, "Disordini", pubblicato da Navarra editore, è stato il promotore della cancellazione dall'Ordine degli ingegneri nel 2008 di Michele Aiello, il re Mida della sanità siciliana. Il presupposto è stata la stessa ammissione da parte di Aiello, durante il processo per mafia, di avere pagato costantemente il pizzo alle cosche per potersi assicurare la tranquillità delle proprie attività. La decisione dell'Ordine, che ha rilevato il venir meno del presupposto della "specchiata condotta morale", ha costituito un precedente unico e per il momento isolato: la cancellazione è stata adottata all'unanimità e ribadita dal Consiglio nazionale, senza che fosse stata ancora pronunciata la sentenza definitiva che ha condannato Aiello a 15 anni e mezzo.
Il giudizio deontologico è stato emesso quando si era appena concluso il primo grado. Al contrario, la prassi vuole che ai provvedimenti disciplinari gravi si arrivi solo dopo la pronuncia definitiva di condanna. E spesso non scatta neppure la sospensione. Sulla base della propria esperienza, che lo ha esposto anche a violenti attacchi e a un braccio di ferro con l'ala più tradizionalista dell'Ordine, fino alla sfiducia e alle dimissioni, Calì, oltre a raccontare in "Disordini" la propria storia, è diventato uno dei testimoni di un movimento trasversale che punta a rimarcare le prerogative disciplinari degli Ordini. E a farli agire indipendentemente dalle sentenze giudiziarie. Calì è per questo considerato l'alfiere della linea dura, definizione che l'ex presidente degli ingegneri contesta, opponendo che si tratta dell'unica possibile. Un'intransigenza, la sua, opposta alla consuetudine accomodante che evidentemente gli ha attirato più di un'inimicizia.”
(Da Repubblica - di ENRICO BELLAVIA
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2011/03/13/news/una_molotov_contro_l_ingegnere_che_radi_aiello_dall_ordine-13541556/)

Dichiarazione di Ottavio Navarra (editore) su grave atto intimidatorio ad Alessandro Calì

Pubblicata da Ottavio Navarra il giorno domenica 13 marzo 2011 alle ore 18.36 - Dichiarazione di Ottavio Navarra (editore) su grave atto intimidatorio ad Alessandro Calì - Un grave atto intimidatorio ha colpito l'abitazione e l'autovettura di Alessandro Calì, ex presidente dell'ordine degli Ingegneri di Palermo e autore del nostro 'disOrdini' il libro inchiesta sugli ordini professionali e sulle connivenze con le organizzazioni criminali. Esprimo ad Alessandro tutta la nostra solidarietà e, insieme a lui, a quanti si stanno battendo, come i ragazzi di Addio Pizzo, perchè sia sollevato il coperchio sulle collusioni tra professionisti ed organizzazioni mafiose. Da poco tempo è stata avviata la costituzione dell'Associazione dei Professionisti Liberi che intende battersi per tutto ciò. Sappiamo benissimo come la stragrande maggioranza di essi sono persone libere che si battono con forza contro ogni condizionamento e collusione con il potere mafioso e sappiamo altrettanto bene che vanno isolati quanti questo non lo fanno. Siamo grati ad Ivan Lo Bello e a Confindustria Sicilia di avere accettato di presentare il libro l'11 marzo presso la propria sede, confermando che lo schieramento che, ogni giorno, si batte contro la mafia è ampio e radicato. Auspico che ci sia una adeguata e forte reazione a questo che si configura essere un atto per impaurire e per fermare un processo di rinnovamento. Chiunque lo abbia abbia compiuto sappia che siamo in tanti a condividere e sostenere queste battaglie e che sicuramente non piegheranno il nostro bisogno di cambiamento e di innovazione.

venerdì 4 marzo 2011

Sull’Ordine dell’Ordine o sui suoi “Disordini”

“Alcune riflessioni di Renzo Botindari consigliere dell'Ordine degli Ingegneri di Palermo - pubblicata da Alessandro Maria Cali' il giorno mercoledì 2 marzo 2011 alle ore 19.20”

“Un Ordine sano, in un momento di crisi come questo, dovrebbe essere in primo piano nel dibattito per la ricerca di soluzioni per il rilancio del mondo del lavoro e della società. Io ho molte idee e le porterò avanti, qualora si reputerà di concedermi un ruolo, lo farò all’interno dell’Istituzione, se ciò non avverrà il mio modo e la necessità di fare cultura in tal senso, avverrà attraverso altri strumenti. Non posso rimanere impassibile davanti allo sfacelo. - Renzo Botindari (Consigliere dell'Ordine degli Ingegneri di Palermo sul suo blog il 27 ottobre 2010)”

@ Alessandro, Mi fa piacere che tu abbia riportato un passaggio da un post del mio blog (qualcuno lo legge…) e soprattutto che tu abbia riportato un passaggio nel quale credo e per il quale, malgrado le contingenze, sto operando.
Per il resto, quando vorrai confrontarti su questi temi, ne avrò grande piacere e non mancheranno le occasioni di incontro per farlo di presenza.
Soprattutto, sono curioso di conoscere, ad oggi, quale è il progetto che tu immagini per questo “Ordine”.
Sono convinto che aldilà della tua battaglia morale portata avanti con la promozione del tuo libro “Disordini” …….. vi siano altre idee ed altri spunti pregevoli sui quali costruire soluzioni a quella che è la crisi professionale e dell’efficacia delle sue istituzioni professionali che stiamo vivendo.
Per quanto concerne il tuo libro, che non ho ancora avuto il piacere di leggere, ma che da quanto ho percepito dai tuoi post e dalle recensioni, affronta una battaglia ad oggi diffusa, per far si che qualunque organizzazione professionale vigili ed impedisca che al suo interno non vi siano soggetti che si siano macchiati di reati contro legge ed a maggior ragione riconducibili alla piaga mafiosa, penso che ogni iscritto ragionevole e “per bene” anche se non impegnato, non possa non condividere tali principi …….
Ma tu sai, che spesso sono silenzioso, ma non un ipocrita e non nascondo che per quanto concerne la vicenda storica che ti contrappone al vecchio consiglio (che mi vedeva assente e quindi non testimone dei fatti da te riportati), avrei gradito un serio e consistente contraddittorio che ponesse chiarezza sulla vicenda.
Mi augurerei che ad una delle prossime presentazioni, insieme a gente che stimo tantissimo, quale l’editore Navarra e tanti miei amici giornalisti impegnati giornalmente nella cronaca e nel costume (o malcostume) di questa terra, ci fosse accanto a te, uno di quegli esponenti, di quel Consiglio che tu accusi, con i verbali delle sedute del consiglio (che a detta loro contraddicono quanto tu riporti), affinchè si sia tutti Noi (iscritti e non) che non facevano parte di quei 15, in condizione di conoscere la verità!
Mi sembra che i verbali, siano degli atti pubblici ……
Visto che leggi il mio blog e visto che se lo fai tu, potrebbero farlo anche altri colleghi, posterò quanto scritto in questa interessante, certamente per me, discussione, affinchè non solo i nostri amici ed affettuosi funs in FB (che benevolmente ci danno ragione, qualunque cosa noi scriviamo) sappiano che malgrado tutte le notizie che giungono al di fuori di una istituzione che non dimenticare, nascendo nel ventennio, sta per compiere 100 anni e quindi ha gli acciacchi della vecchiaia, c’è gente che amichevolmente si parla e se il caso si confronta ………. Con affetto e la stima di sempre, Renzo.