Ma facendo un passo indietro, cosa ne è emerso
da questo 61° congresso?
Prima considerazione che questo ennesimo
codice dei ll.pp. non soddisfa nessuno, visti i mezzi risultati ottenuti, viste
le aspettative deluse. Il risveglio d'interesse per una battaglia per il
ripristino dei minimi tariffari è stato subito mortificato che fine ha fatto?
L'abolizione della tanto temuta concorrenza di "Fantozzi" con il 2% è
stata parzialmente delusa, poichè questo rimane nella norma, a meno della
facoltà di progettare con corresponsione dell'incentivazione ...... la
pericolosa progettazione interna a titolo gratuito continuerà ad essere estorta
ai professionisti dipendenti.
Queste linee guida dell'Autorità di
Vigilanza sono all'altezza dei regolamenti d'attuazione storici?
E' la corruzione l'unico vero cancro delle
istituzioni o lo è la necessità di semplificazione e applicazione delle norme?
Avere avuto per 130 anni un Regio Decreto e nei recenti 20 anni aver cambiato
lo stesso codice più volte non è buon segno, anzi sembra dar ragione a Publio
Cornelio Tacito che diceva che "più uno stato è corrotto, più fa
leggi"?
Personalmente penso che oggi gli ingegneri
si dividono tra coloro che lavorano e coloro che non lavorano o stentano e
lavorare non significa guadagnare e guadagnare non significa farlo con un certo
decoro per la professione. Sono finiti i tempi in cui si faceva la distinzione
tra professionisti liberi e i dipendenti, i professori e quant'altro nella
galassia ingegneristica.
Anche sul concetto di libera professione
farei un distinguo. Oggi vengono intesi liberi professionisti tutti coloro che
si iscrivono all'albo e non hanno un impiego, quindi non solo i giovani che
fanno prestazioni occasionali ma anche il popolo delle partite IVA che non sono
strutturati per l'esercizio di una professione libera, costoro non possono
essere competitivi con i colossi economici raffigurati dalle società
d'ingegneria e a maggior ragione se i confini vengono estesi almeno al campo
comunitario.
L'acquisizione d'incarichi fiduciari al
tempo governata dalla grande presenza della politica nei lavori pubblici creava
quelle grandi strutture libero-professionali, da allora una normativa
rivoluzionata (e in Sicilia ancor di più
prima dei definitivi recepimenti), la regolamentazione della progettazione
esecutiva di “merloniana introduzione”, l'effetto Bersani e ancor prima di
Bassanini hanno di fatto distrutto tali impostazioni lavorative.
Oggi chi fa realmente libera professione,
deve confrontarsi con la committenza privata e con la giungla di incertezze che
essa comporta. Credo che lavorare per la committenza privata dia la vera
essenza oggi della libera professione, scevra da corsie preferenziali politiche
e soprattutto volta alla ricerca della libera concorrenza e della qualità della
prestazione, ancor prima di qualunque "certificazione".
Oggi, invece di porre al centro della
questione il perchè non c'è più lavoro e il perchè quel poco che riesce a
trovarsi è pagato male a volte anche in maniera mortificante, ci siamo lasciati
ingabbiare in una serie di autoregolamentazioni così facendo, in questa
trasformazione orrenda da portatori di prestazioni intellettuale a "piccole e medie imprese" (così come con successo qualcuno in apertura
del 61° CNI ha sbandierato) abbiamo trascurato di regolamentare quelli che
sono i rapporti con la committenza, specialmente quella privata, finalizzati
alla certezza della remunerazione della prestazione e al rispetto della nostra
professionalità.
Nessuno ha mai messo in discussione un
onorario di un medico, noi abbiamo affrontato una concorrenza interna con
ribassi a dir poco osceni. (Fine 1°parte)
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