sabato 25 ottobre 2014

Professionisti Dipendenti, forse dovremo cercarci una nuova casa

Illustrazione_casa Rimaniamo da sempre schiacciati da cose ben più importanti che ci accadono attorno. Oggi si parlerà giustamente di rivedere gli sprechi nelle P.A. e quindi chi mai potrà battere i pugni sul tavolo avendo il giusto supporto nell’affermare che le responsabilità in tutte le strutture serie attribuite a dirigenti e quadri, oggi negli enti locali vengono imposte ai funzionari tecnici per emolumenti pari alla soglia della povertà (leggasi 80 euro attribuite con il provvedimento di Renzi).

Dovremo avere paura a dover chiedere il diritto che un titolo professionale venga difeso? Dovremmo avere paura a chiedere che tanti anni di sacrifici per l’acquisizione di un titolo di studi così importante abbia anche il giusto riconoscimento economico? In una Italia che vuole cambiare si può prescindere da una riorganizzazione della giustizia sociale? E’ lecito chiedere che un ingegnere percepisca di più di un dignitosissimo custode che non ha certamente dovuto conseguire alcuna laurea per esercitare il suo responsabile lavoro?

Attenzione, questo è un problema che riguarda tutti i tecnici laureati e che finisce per coinvolgere anche i liberi professionisti. Come possono costoro chiedere rispetto dalle P.A. se queste non rispettano neanche i propri dipendenti di pari titolo?

Chi potrà parlare di “ruolo unico tecnico”? Chi potrà accusare del fatto che a parità di prestazioni con responsabilità penali di firma verso l’esterno, ci sono comparti nei quali si guadagna il doppio (giustamente retribuito). Perchè chi progetta, dirige lavori ed assume responsabilità di R.U.P. deve essere considerato alla stregua di qualunque funzionario amministrativo che certamente non esercita il proprio ruolo con la mannaia sempre pendente delle autorità di vigilanza (comunque si chiamino) pronte ad esercitare sanzioni ad personam?

Non c’è nessuno che oggi affronta e difende tali temi e le amministrazioni ovviamente dirette da una burocrazia amministrativa e non tecnica, fanno e disfanno ciò che vogliono, pestando financo la dignità professionale dei colleghi. Non sento sindacati, non sento gli Ordini alzare la voce distratti da altre cose forse, ma mentre per i sindacati siamo una risibile percentuale, per gli Ordini arriviamo a raggiungere il 70% degli iscritti in certi casi. Un Ordine che non difende e rappresenta tutti gli iscritti, manca la sua mission di difendere “la professione” comunque svolta dai suoi iscritti. Ho partecipato ai congressi nazionali e non ho letto niente nei programmi perchè tutto tace? Forse qualcuno pensa che si possa ridurre di due terzi il numero degli iscritti aumentando di tre volte la tassa all’Ordine e di poter comunque definirsi rappresentativi.

Sarà il momento di cancellarsi dai sindacati e di fare un ultimo serio appello ai nostri Ordini, perchè purtroppo io non riesco più a trovare motivazioni da dare agli iscritti dipendenti per farli rimanere nella famiglia degli Ingegneri e nel loro Albo.

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